Dai Santi Francesi a Billie Eilish: l’ukulele è tornato di moda. E ha pure una giornata mondiale tutta sua

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Considerato spesso uno strumento esotico se non addirittura di secondo piano, l’ukulele è arrivato fino ai giorni nostri con alterne fortune, ma anno dopo anno ha smesso di essere trattato come il parente sfortunato delle chitarre per assurgere a una dignità tutta sua, tanto che oggi è amatissimo dalle star della musica e viene anche celebrato in festival nazionali e internazionali. Di più: ha anche la sua giornata mondiale, che è oggi, 2 febbraio. E proprio per l’occasione, Monopolele, il più importante festival italiano dedicato all’ukulele, celebra la ricorrenza regalandoci una lista di aneddoti e curiosità sullo strumento più versatile della musica.

Il suo nome significa “pulce che saltella”, un epiteto dato dagli hawaiani quando ammiravano gli immigrati portoghesi suonarlo tanto rapidamente da ricordare, appunto, pulci saltellanti. Un’altra interpretazione, invece, vede l’origine del nome nelle parole uku (regalo) e lele (arrivare), per dire “regalo che arriva da lontano”. In ogni caso, questo strumento si è diffuso in tutto il mondo e pure in Italia dove, oltre ad essere il protagonista di un festival, è anche al centro di un corso di studi di livello universitario nel conservatorio di musica di Alessandria. Non solo. La sua fama è così cresciuta, che esistono anche orchestre interamente fatte di ukulele. La più famosa si chiama Ukulele Orchestra of Great Britain, è attiva dal 1985, e tiene concerti riempiendo le sale di tutto il mondo, eseguendo brani di musica pop e rock in versione acustica.

Ma anche la musica pop si è presto appassionata a questo strumento. Molte star si sono infatti innamorate di lui, a cominciare da George Harrison, lo storico membro dei Beatles che, negli ultimi anni di vita, suonava l’uku più delle chitarre, decantandone al mondo intero le virtù sonore e spirituali. In Italia, Rino Gaetano lo portò addirittura sul palco più famoso della musica italiana, quello di Sanremo, con la canzone “Gianna” e il cantante dei Pearl Jam, Eddie Vedder, nel 2011, ha pubblicato l’album Ukulele Songs, interamente suonato con questo piccolo strumento. E poi anche Taylor Swift che, di tanto in tanto, propone nei suoi live nuove versioni di suoi brani con l’ukulele e gli italianissimi Santi Francesi che, durante un’esibizione a X Factor, hanno “fatto alzare il pubblico in piedi” a suon di ukulele. L’artista californiana Billie Eilish ha progettato e lanciato sul mercato nel 2020 un nuovo modello di ukulele in collaborazione con la Fender, storica azienda americana produttrice di strumenti musicali. Infine, l’artista hawaiano Israel Kaʻanoʻi Kamakawiwo’ole, conosciuto come IZ, pubblicò nel 1993 un medley delle canzoni Over the Rainbow e What a Wonderful World con l’ukulele. Una performance che diede nuova vita alle due canzoni e contribuì a far conoscere l’ukulele in tutto il mondo.

Una popolarità trasversale che rispecchia in pieno uno strumento che nasce proprio con uno spirito di accessibilità alla musica, intesa come mezzo di gioia e condivisione, capace di colmare le distanze e creare comunità.